Due figure spesso confuse tra loro sia dai “non addetti ai lavori” che dagli “addetti”, spesso vengono equivocate confondendone competenze e ruoli.
In parte ciò è comprensibile per due principali motivi:
Entrambe le professioni si occupano del ripristino di uno stato ottimale di salute del paziente partendo però da punti di vista differenti, analizzando ed affrontando aspetti che, se integrati, non possono che potenziare il risultato finale.
Vediamo molto brevemente le principali caratteristiche dei due profili, giusto per delinearne i contorni.
Il fisioterapista è una figura ufficiale del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), la formazione è universitaria, può lavorare come libero professionista o come dipendente nelle strutture del SSN, in autonomia o in collaborazioni con altre figure professionali sanitarie e non (tra cui gli osteopati). Identifica e progetta la riabilitazione del paziente in vari ambiti: ortopedico, neurologico, respiratorio, cardio-circolatorio, genito-urinario, ecc., in seguito ad incidenti, interventi chirurgici, patologie congenite o acquisite. Copre un range di età che va dalla pediatrica alla geriatrica.
Per svolgere il suo compito il fisioterapista utilizza terapie manuali, occupazionali e terapie strumentali (Tecar, elettroterapie, ultrasuoni, laser, ecc.).
L’intervento è solitamente mirato alla zona del dolore o all’area corporea interessata da un incidente e/o intervento chirurgico per il ripristino motorio/funzionale, nel caso interessi il campo muscolo-scheletrico, mentre risulta più complesso nei problemi di tipo neurologico, ovviamente dipendentemente dalla gravità del problema.
L’osteopata è una figura individuata come nuova professione sanitaria secondo la legge Lorenzin 3/2018, ma non ancora pienamente riconosciuta. La formazione per ora è ancora affidata ad istituti privati ed il corso prevede una formazione che varia dai 5 ai 6 anni, full o part-time a seconda del titolo pregresso posseduto.
Non utilizza macchinari per il trattamento ma solo le proprie mani. La valutazione osteopatica avviene attraverso un colloquio con il paziente, una analisi visiva posturale, test di movimento e test palpatori. A seguito dei dati raccolti si deciderà come procedere con l’intervento terapeutico che non necessariamente verrà eseguito sull’area sintomatologica. Di solito il trattamento coinvolge anche parti distanti dall’area in esame ed in genere tutto il corpo; questo perché nel trattamento osteopatico si cerca di ripristinare l’equilibrio posturale del paziente e di stimolare le capacità inerenti del corpo all’auto-guarigione verso un omeostasi ideale. Laddove sarà necessario si faranno manovre mirate e specifiche.
Solitamente l’osteopata viene interpellato per problemi legati all’apparato muscolo-scheletrico (lombalgie, cervicalgie, sciatalgie, brachialgie, ecc.), ma risulta efficace anche in altri campi, alcuni di questi possono essere:
• cefalea tensiva;
• problemi della sfera ORL (orecchio-naso-gola);
• problemi ortognatodontici;
• gravidanza;
• età neonatale (es.: plagiocefalie posizionali, rigurgito, reflusso gastro-esofageo, coliche infantili); • età padiatrica (otiti medie ricorrenti, problemi posturali, occlusali);
• sindrome dell’intestino irritabile.
Difficile trovare due osteopati che lavorino esattamente nello stesso modo, esistono un ventaglio molto ampio di tecniche e ognuno userà quelle a lui più congeniali, l’importante è il risultato finale, cioè la salute del paziente.
Confusi? Spero di no. Ora però potrebbe sorgere una lecita domanda, quando andare dal fisioterapista e quando dall’osteopata?
Beh, diciamo che sicuramente nel caso delle riabilitazioni di tipo neurologico e/o ortopedico (post traumatico o post chirurgico) la scelta è obbligata verso la fisioterapia. Qui l’osteopatia può accompagnare lavorando su aspetti secondari al problema del paziente, che possono però facilitare/velocizzare il suo percorso fisioterapico.
Nei problemi di tipo muscolo-scheletrico l’approccio osteopatico è tendenzialmente molto efficace e sovente sufficiente, ma se questo viene accompagnato da esercizi mirati volti al miglioramento della mobilità ed alla tonificazione muscolare, il paziente potrebbe giovare di maggiori e più duraturi benefici.
Tenete conto che, soprattutto per la terapia manuale (osteopatica o non) la risposta del paziente ed il conseguente successo terapeutico può dipendere da una infinità di fattori (non dipendenti dalla gravità del sintomo), non ultimo il rapporto di fiducia o meno che avete con il vostro terapista.
Infine mi verrebbe di consigliarvi che, se avete trovato un bravo professionista della salute, osteopata o fisioterapista che sia, e vi trovate bene, affidatevi a lui.
Sappiate che molti fisioterapisti sono anche osteopati, ciò non significa che siano osteopati o fisioterapisti migliori. Occuparsi della salute delle persone non ha un nome, col passare degli anni e dell’esperienza ci si accorge che le “pareti” che dividono una professione dall’altra si assottigliano sempre di più e diventano fittizie, queste tenderanno a fondersi le une con le altre.
Spesso un approccio non esclude l’altro ed affiancarli può essere cosa buona e giusta.
Buongiorno!
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